martedì 21 aprile 2020

pensieri e parole....

Cito questa frase che mi sembra riassumere molte cose importanti, scritta tanti anni fa da una persona eccezionale,Xavier Przezdziecki, che ha studiato e vissuto coi Levrieri per tutta la vita e ha scritto un importantissimo libro “Our Levriers” su questa razza a se stante, che è stato provato esistesse prima del tredicesimo millennio, cioè il periodo considerato l’inizio della creazione della specie canina: “Centinaia di anni come compagno dei cacciatori della steppa ha spinto il levriero a dividere la vita con la famiglia umana, ma ancora salvaguarda la fondamentale indipendenza avuta in eredità dai suoi antenati selvaggi. Piuttosto paradossalmente , in contrapposizione al bisogno di indipendenza del Levriero, c’è un bisogno uguale di affetto per l’uomo, la cui presenza cerca costantemente- come se quelle attività di caccia e di sport così importanti per lo sviluppo fisico, abbiano bisogno di un elemento complementare che garantisca un sereno ambiente familiare.
Anche vivendo in gruppo il Levriero riconosce la prerogativa dell’uomo come capo.
Osservatore, diffidente, perspicace ed obbediente a seconda delle circostanze, conserva un latente istinto predatorio senza il quale un Levriero non è un Levriero.”
....detesto le parole branco , capobranco e dominante, almeno nei levrieri, sottomissione mi fa schifo, per le altre razze non metto bocca, i levrieri non hanno questi concetti, come spiegato sopra, poi si sa l'uomo vuole sempre qualcuno da comandare, vuole i cani servi e soldatini, chi ridacchia perchè dico che inutile e dannoso (vista la loro costruzione e le ossa sporgenti)costringere i levrieri a fare seduto terra, evidentemente non ha mai visto levrieri a pelo raso con bursiti ischiatiche. Quando hanno imparato a stare fermi in caso di necessità e le minime regole del vivere civile, è più che sufficiente, il richiamo funziona solo se non ci sono allettanti presunte o probabili 
prede in movimento in vista