venerdì 9 dicembre 2011

traduzione di Ewa Troc-


Ecco la prima traduzione di uno degli articoli, grazie Ewa, è un impresa perchè c'è molto scritto in Polacco antico...terribile l'alimentazione! poveretti...ma almeno quelli avevano pane a volontà...altri nemmeno quello!...anche le proporzioni, che diverse! il grey più corto!!! oggi il Grey è quasi un rettangolo, mentre per il Chart restano le stesse, appena più lungo che alto-


Dwumiesiecznik „Pies”nr. 1-2 (123-124) 1973r. wydany przez Polski Zwiazek Kynologiczy

Polemiki i dyskusje

O CHARTACH POLSKICH


Bimensile „CANE” num. 1-2 (123-124) anno 1973, publicato da ente cinologico Polacco

Discussioni e polemiche

SUI LEVRIERI POLACCHI


La più antica notizia sul levriero Polacco nella letteratura cinologica Polacca, è apparsa nell’opera di Jan Ostroròg „Arte venatoria con i segugi” pubblicata nel anno 1618 a Cracovia, ma scritta vent’anni prima come si può intuire dalla prefazione. Vi leggiamo;
„ Se un levriero non vuole tornare da colui che lo aizza , questo dovrebbe suonare il corno , perche nella caccia dovrebbe essere così che ogni persona che aizza deve avere i propri levrieri e loro devono tornare subito al suono del corno del suo cacciatore . I levrieri devono tornare presto e per questo ogni cacciatore deve aizzare solo i propri cani; è meglio che ne ha tre ma con due va a caccia. Se il cacciatore non ha levrieri dello sperone, deve prendere levrieri che li si libera dalla corda ” La citazione della pubblicazione di Cracovia del 1859 scrive: „ i così detti levrieri dello sperone sono i cani addestrati in modo da andare liberi accanto al cavallo e attaccare soltanto al comando del cavaliere”.
Nel anno 1549, nel libro di Piotr Krescentyn „Libro su podere” appare una xilografia di un cane al galoppo molto simile ad un levriero.
IL dizionario di prof. Kazimierz Nitsch indica l’uso di parole „levriero”, „levriera” e altre sue forme (in tutto 19 volte) nei manoscritti del XIV e XV secolo – il piu vecchio nel 1382. La letteratura del XVII e XVIII secolo non ha lasciato però nessuna descrizione dettagliata della razza così popolare in quei tempi. Soltanto a inizio del XIX secolo nel giornale „Sylwan” uscì grande monografia cinologica attribuita a Wiktor Kozlowski. La sua seconda parte intitolata „Sui cani da caccia, in particolare sul levriero”del 1823, in gran parte è dedicata proprio al levriero Polacco. L’autore descrive la storia dei levrieri, le razze e riporta la descrizione dettagliata del levriero Polacco con tanto di disegno. Descrive anche come allevarli, addestrarli e i modi di cacciare con essi. Contraddistingue levrieri Turchi, Egiziani, Italiani, Scozzesi e popolari cioè Polacchi. L’unica esistente, molto dettagliata descrizione di corporatura del levriero polacco dell’anno 1823 merita una citazione:
„ I levrieri Turchi, molto rari nel nostro paese sono meno coraggiosi, meno tenaci e anche meno fedeli. Sono simili ai nostri per quanto riguarda la grandezza e la forma; ma hanno la testa molto più corta, sono quasi in tutto nudi, raramente abbaiano e hanno la voce debole, la loro pelle è grassa e maleodorante. I levrieri Italiani sono più slanciati, hanno il pelo corto e liscio. Le differenze tra il levriero Scozzese e Polacco sono poche. Quest’ultimo è più lungo del levriero turco, ha la coda più ricurva, le orecchie abbastanza corte e a metà pendenti, è più grosso e sembra che abbia più forza e coraggio, è tenace e resistente nella corsa e il suo manto è più spesso e più lungo, perciò non teme i cambiamenti climatici.”
„...Se si vuole avere buoni giovani levrieri, li si deve prendere da una buona cucciolata, cioè dove i genitori hanno tutte le qualità della razza. Le qualità sono innate e dipendono più dalla nascità che dall’addestramento. I buoni levrieri devono avere la vista acuta, devono esprimere la potenza e la rapidità nella corsa ed essere abili nella cattura dell’animale. Queste tre regole sono le doti indispensabili che dipendono in parte dalla struttura del corpo. Il levriero fisicamente ben struttrato è alto 3 piedi e 6 pollici dall’unghia alla punta della testa, deve essere lungo 4 piedi e 2-3 pollici dalla punta del muso alla punta della coda, ha la testa piccola con il solco frontale piatto, la parte posteriore della testa è pronunciata, il muso è lungo e un poco curvo nella prima parte, ma non appuntito, deve essere come quello di un luccio; con la grande apertura, i denti forti e appuntiti che assicurano la presa perfetta, gli occhi sono allegri, guardano avanti e si chiudono raramente,leorecchie sono strette, corte e a metà pendenti, il corpo è lungo, slanciato e compatto, con un petto grande, il collo lungo, il dorso largo e un poco gobbo e i fianchi incavati. Le gambe sono lunghe, muscolose e piatte, le cosce corte, le spalle piatte, le ginocchia asciutte e nervose, i metacarpi corti con cuscinetti duri che si trovano sotto le dita grandi, non divise, fini e aventi unghie ricurve. La coda è lunga e man mano si stringe verso la punta è curvata in sù. Il manto è di tanti colori; fulvo con la gola bianca, totalmente bianco o nero, pezzato, bruno. Esistono dei levieri Polacchi molto più grandi o più piccoli dalla misura descritta prima. Paragonando con altre razze l’olfatto del levriero è debole, ciò sicuramente è la causa di poca fedeltà verso l’uomo. I levrieri non mostrano grande attitudine all’apprendimento, ma non sono queste le qualità richieste dalla razza. La fattrice e il maschio dovrebbero avere queste doti: la femmina non dovrebbe essere nè giovane nè vecchia e avere 4 anni per fare i cuccioli , meglio in primavera.”
Nei quadri di pittori realisti che certamente hanno visto questi cani , si possono identificare i levrieri Polacchi. Nel quadri di Juliusz Kossak „La
caccia alla lepre” e „Il cavallo e il cane”, di Jòzef Brandt „Sulla postazione”, di Alfred Wierusz-Kowalski „L’agguato”.
Nel XIX secolo i levriei polacchi cominciarono a sparire in Polonia e alla fine dello stesso secolo si sono praticamente estinti. Alcuni esemplari però sono stati deportati dopo le rivoluzioni e sopravvissero in Russia dove li chiamavano „chortaja borzaja” o „polskaja borzaja”. S. Blezobrazov nel 1891 ha pubblicato l’articolo „Borzyje sobaki” nella Grande Enciclopedia Russa pubblicata a Petersburgo tra XIX e XX secolo. Scrive che „chortyje borzyje” venivano allevati in vecchia Polonia dove però sono quasi completamente spariti. Descrivendo i levrieri Moldavi, l’autore ipotizza che essi „probabilmente provengono da un incrocio di levrieri Polacchi con levrieri della Crimea”.
Stanislaw Rewienski nella Enciclopedia Agraria (Varsavia, 1899) cerca di spiegare le cause dell’estinzione dei levrieri polacchi in Polonia:
„In Europa settentrionale a causa del frazionamento delle proprietà terriere, la caccia con i levrieri non aveva le possibilità di resistere. Questo tipo di caccia richiedeva grandi spazi liberi e il frazionamento ha apportato nuove norme giuridiche che tutelavano i diritti di ogni singolo proprietario terriero. Il progredimento culturale ha apportato condizioni sfavorevoli per la detenzione dei levrieri; la tassa sulla detenzione dei levrieri (15 rubli per ogni cane) e la condizione economica della Polonia. Oggi, quindi, i levrieri li dobbiamo cercare in Romania, Ungheria, Bessarabia, Crimea e in tutta Russia centrale e meridionale...”
Lo stesso autore nel libro „Il cane, le sue razze, allevamento, detenzione, utilità, addestramento, malattie e le cure” (Varsavia, 1893) confema che „... i levrieri Russi a pelo raso chiamati ”chortyje borzyje” o „Polacchi” non si differenziavano dai nostri antichi levrieri.” Nell’ enciclopedia di Olgelbrandt (1898) troviamo la frase : „Levieri a pelo raso in Russia, si chiamano „levrieri Polacchi””. Nei due più importanti libri sui cani del periodo tra la prima e seconda guerra mondiale troviamo cenni sui levrieri Polacchi. M.Trybulski nel libro „ I cani, le razze, l’addestramento e le cure” (Varsavia, 1928) scrive :
„ I levriei Polacchi a pelo corto, conosciuti una volta dalle loro qualità venatorie, oggi fanno parte di grandi rarità. Provenivano come i levrieri Inglesi, dall’ oriente ed erano diffusi nel Podole e Wolyn. Anche in Russia apprezzavano questi cani chiamati „chortyje borzyje.” „... In Russia, come ho scritto sopra, con il nome „levriero Polacco” chiamavano il levriero a pelo corto.”
I.Mann nel libro „ Le razze di cani, storia, standard, utilità” (Varsavia, 1939) comunica che „La Polonia avendo tante persone che con la caccia si dilettano, non è rimasta in dietro nell’allevamento di razze da caccia e possedeva stupendi esemplari di levriero Polacco, usati nella caccia alla lepre o forse anche al lupo. Il levriero Polacco, come possiamo dedurre da numerosi quadri e incisioni, come tipo si può collocare tra il levriero Russo a pelo lungo borzoi e il greyhound Inglese.”
Dopo la seconda guerra mondiale nella letteratura Polacca non esiste nessun cenno sul levriero Polacco.
Nel 1960 E. Schneider-Leier ha dato una corta descrizione di levriero Polacco („Die hunde der Welt”, Zuirich) chiamandolo „chortaj” (levriero della steppa della Russia europea).
Nella mia permanenza a Mosca nel dicembre 1971, ho saputo per la prima volta dell’esistenza dei levrieri Polacchi e della loro sopravvivenza fino ad oggi nei pressi di Rostow sul fiume Don. Queste informazioni le ho avute dai cinologi Russi, i quali visitavano questi luoghi per le prove di caccia con i loro borzoi. Da loro ho avuto svariate fotografie fatte nel 1970 nella zona di Rostow rapresentanti quei cani. Ho avuto anche della letteratura russa, in particolare „ Il libro di origine delle razze da caccia” edito a Mosca nel 1969 contenente dettagliati standard in vigore in Unione Sovietica. Sulla base di informazioni allora ottenute e delle notizie dalla sig. Natalia Michajlowna-Kapryszewa- giudice cinologico di Mosca (ha visitato la Polonia in giugno 1972), si può constatare che:
Nella seconda metà del XIX secolo, i levrieri Polacchi sono arrivati nella zona di Rostow a causa di repressioni ed espropriazioni forzate adottate dal governo zarista dopo la Rivolta di Gennaio. All’inizio erano tenuti nei possedimenti terrieri e dopo la Rivoluzione d’Ottobre nei „kolchoz”(aziende agricole statali) dai contadini. La forte selezione da loro utilizzata ha mantenuto la razza pura. Ogni cane inadatto all’iseguimento veniva e lo è ancora, ucciso. Ai proprietari di questi cani importa solo l’attitudine alla caccia alla lepre. Per questo motivo proteggono le loro femmine dagli accoppiamenti casuali e cucciolate indesiderate. Per la riproduzione scelgono solo i maschi adatti che cacciano bene. I contadini hanno osservato che ogni tentativo di incrocio con altre razze, peggiora l’utilità.
Malgrado l’esistenza in Unione Sovietica dello standard di razza e il libro di origini in Russia (US) per i levieri Polacchi, pochissimi cani hanno la genealogia completa. Ai proprietari-cacciatori il pedigree non serve. Loro importa solamente la detenzione del cane – ottimo cacciatore. La situazione è analoga con la nostra razza di pastore di Tatra, nella quale non ci sono quasi i cani con la genealogia completa, nonostante l’esistenza di libri di origine da decenni.
L’esistenza del levrieri Polacchi in Unione Sovietica è in pericolo. Non avendo amatori in città vengono tenuti soltanto dalla gente semplice a scopo di cacciare le lepri. La nuova legge venatoria, già elaborata e tra poco in vigore (probabilmente dal 1973), vieta la caccia con i levrieri. Quando diventerà valida i levrieri non avranno modo di esistere, non serviranno più e probabilmente saranno eliminati.
La popolazione di levrieri Polacchi in Unione Sovietica, secondo certi cinologi è di alcune decine, secondo gli altri di alcune centinaia di esemplari. La maggioranza di essi si trova nella zona di Rostow altri si possono incontrare nelle zone di Tambow e Staratow. Sono tenuti come animali da cortile e usati nella caccia. Vengono alimentati con pane e acqua, e occasionalmente con interiora dei lepri cacciati, quindi come in Polonia secoli fa. Ecco che scrivono sull’alimentazione del levriero nell’anno 1823 nel periodico „Sylwan” già citato:
„...i levrieri dovrebbero essere non solo forti ma anche veloci e abili nella corsa, per questo non devono essere nè grassi nè pesanti, quindi non li si deve alimentare troppo. Con il cotto d’avena diventerebbero gonfi e con la carne pesanti e grassi, quindi meglio dare il pane con il brodo di gambe di pecora, e la sera pane secco con acqua fresca. Per un pasto di un levriero si da mezzo funt di pane e tre funt di gambe di pecora che devono essere pulite, tagliate e cotte a colla. Alla sera solo 2/3 funt di pane secco. Gli altri alimentano il leviero una sola volta con il brodo di gambe di pecora e pane a volontà.”
Piccole note su l’esistenza del levriero Polacco ho messo nel settimanale „Przekròj” (num. 1425del 30 luglio1972 e num. 1432 del 17 settembre 1972). Rivolgendomi ai lettori, facevo appello per importare in Polonia i levrieri rimasti. Mi risposero più di 50 persone che volevano allevare questa razza. Alcuni di loro vogliono andare nei pressi di Rostow per prendere i cani. Gli altri dispongono di condizioni ottimali; fanno equitazione e lavorano nei PGR (aziende agricole statali polacche) per iniziare l’allevamento.
Il levriero Polacco forse sarà ricostruito e ufficialmente diverrà la quarta razza Polacca.
Alla fine vale la pena di elencare qualche basilare differenza di costruzione tra i levrieri Polacchi, i greyhound e i borzoi. I levrieri Polacchi sono piu alti dei greyhound, specialmente le femmine e un poco piu bassi dei borzoi; la proporzione tra lunghezza e altezza è di 103:100 nei maschi, e 105:100 nelle femmine, I greyhound hanno la lunghezza pari all’altezza, invece nei borzoi la lunghezza è maggiore. Il dorso e la sua parte lombare è leggermente arcuata, nei borzoi l’arcatura è più pronunciata, nei greyhound il dorso è piu piatto ma la parte lombare più arcuata. Il metacarpo è obliguo, i greyhoud e i borzoi lo anno quasi verticale. Il pelo dei greyhound è delicato e ben aderisce al corpo, è lungo meno di 1 cm; il pelo del levriero polacco è elastico, dritto, lungo 2,5 cm su dorso, sulla parte posteriore delle cosce e anche sulla parte sotto la coda, lì può formare delle frangie non folte. Il bozoi ha il pelo morbido, lanoso e ondulato, lungo circa 10cm.
Doc.Dr.hab.
M.Mroczkowski