La Pina ci ha lasciato qualche giorno fa a 14 anni e mezzo, ultima dei suoi fratelli e sorelle della mia prima cucciolata di Lulka e Nokturn.....si chiude un'epoca e non dico altro.....💔
giovedì 4 maggio 2023
Articolo
Ho trovato questo vecchio articolo interessante tradotto da Anna Nowakowska-
I levrieri si sono divulgati in Europa grazie alle migrazioni delle tribù celtiche. I primi segni delle presenze dei levrieri
provengono dal IV sec.a.C.
I Celti apprezzavano molto la caccia a cavallo coi levrieri, trattandola come una sport, e i loro ouertragoi (in trascrizione latina
- vertagus), provenienti dall'Asia, era l'antenato della maggior parte dei levrieri europei.
Durante la loro migrazione i popoli celtici attraversarono pure i Carpazi e, in questa maniera ,vertagus si trovò sul territorio che
diventò la Polonia.
I levrieri asiatici giunsero sul nostro territorio anche a seguito delle tribù nomadi sciite (il levriero dalle sembianze di
saluki è un motivo che capita molto spesso nell'arte sciita).
Nelle tanti fonti del XIX sec. e ancor più antiche, troviamo dei consigli come incrociare i levrieri - quali altre razze usare per
ottenere i mettici - adatti per ogni tipo di caccia. LADOWSKI nel"La storia naturale" (1823) dichiara che i misti dei levrieri
coi cani danesi sono ottimi per prendere un lupo o la volpe, notava contemporaneamente che, innamorati della caccia, i nobili
polacchi tenevano molti cani di questo tipo.
Quindi si può supporre che il levriero polacco originario nel XVIII e XIX sec. fù incrociato con delle razze levriere diverse, e
basandosi sui numerevoli descrizioni si può giungere che anche con dei levrieri di tipo nordico a pelo ruvido - levriero irlandese
(Irish wolfhound) oppure deerhoud.
In Podole, un divertimento particolarmente apprezzato dalla nobiltà era la caccia nella quale lo scopo era prendere il lupo vivo. I
levrieri polacchi erano eccellenti in questo. Alla regola venivano usati tre levrieri. Nell'inseguimento del lupo liberavano due
levrieri, il terzo attendeva al guinzaglio affianco al cavallo, lo liberavano solo al momento quando il lupo stremato dalla fuga si
lasciava accerchiare dai levrieri segugi. Tre levrieri avevano come compito quello di bloccare il lupo, così il cacciatore giunto
sul cavallo, poteva bloccarli il muso e le zampe.I cavalli facenti parte in quel tipo di caccia erano addestrati in maniera
particolare, sin dalla giovane età erano abituati alla presenza di un lupo nel cortile.
Per la caccia alla lepre usavano di solito due levrieri- in questo modo era più facile catturare l'animale che schivava i cani
cercando di fuggire. Talvolta capitavano però i levrieri particolarmente abili, capaci di prendere una lepre da soli - questi
raggiungevano i prezzi più alti.
I levrieri inseguivano solo la preda, la uccidevano, ma alla regola non la riportavano. Questo per un cacciatore provocava un
emozione in più. Doveva inseguire i cani cavalcando per levarli il bottino alla fine della caccia . Anche la caccia invernale alla
volpe era molto interessante: dopo il riscaldamento i cani venivano fatti salire sulla slitta e coperti con cura per non prendere
freddo. Quando i cacciatori avvistavano la volpe nel campo la accerchiavano con la slitta stringendo sempre di più il cerchio,
quando si trovavano abbastanza vicino, lasciavano andare il levriero dalla slitta all'inseguimento.
Un fatto curioso poco conosciuto , era l'uso del levriero per la caccia all'otarda.ZOFIA KOSSAK("l'Eredità") descrive così la caccia
del XIX sec.a Podole. La cattura si svolgeva in autunno la mattina molto presto, quando le ali di questi uccelli pesanti erano
ancora umide e imbrinate. Le otarde impaurite scappavano dunque "a piedi" e questo era l'unico momento adeguato per i levrieri. Dopo
la breve corsa, a causa della fuga, le ali di questi uccelli si asciugavano e le otarde potevano prendere il volo.
La caratteristica dei Charty Polskie di un tempo - e questo gli è rimasto al giorno d'oggi - era l' obbedienza e la disciplina.
Spesso cacciavano con loro come coi cosiddetti charty przystrzemienne ( przystrzemienny -quello che era affiancato al legamento della sella) vuol dire tale
cane che andava affiancando il cavallo, e inseguiva solo al comando.
L'addestrameno del levriero fu una grande arte.Essi dovevano partire all'inseguimento quando veniva dato il comando, e tornare dal
cavallerizzo al segnale del corno.I levrieri giovani venivano addestrati affianco a quelli più anziani con più esperienza.
I levrieri meno obbedienti venivano condotti al guinzaglio- era un lungo laccio in cuoio con un carpio , alla fine, il quale veniva
indossato dal cacciatore a tracolla.Il lungo laccio passava attraverso entrambi i collari dei levrieri,l altra fine del laccio
veniva tenuto dal cavallerizzo insieme con le redini. Quando voleva far partire i cani, lanciava per terra l'estremità
del guinzaglio , e i cani partendo per l' inseguimento si autoliberavano.
Nel gergo venatorio una coppia di levrieri veniva chiamata "GUINZAGLIO". Due o tre cani di un GUINZAGLIO convivevano assieme anche
nel kennel.Erano sempre scelti con cura sotto l' aspetto caratteriale, le capacità fisiche e proprie simpatie. IL GUINZAGLIO doveva
vivere in assoluta armonia, i levrieri dovevano piacersi e comprendersi così potevano collaborare in campo.
Di solito per la caccia usavano due levrieri, il terzo rimaneva a casa o - come nella caccia al lupo - era riservato come risorsa
per l attacco finale.
Evitavano di far convivere i cani di diversi GUINZAGLI se non erano da prima preparate a ciò, perché alla regolo questo non dava dei
buoni risultati durante la caccia. Se uno dei levrieri non era disponibile pure il suo compagno non partecipava alla caccia. Come
descrive il conte Ostroròg, ogni GUINZAGLIO aveva il suo aizzante,i quali levrieri tornavano al suo specifico segnale acustico.
Nelle cacce più grandi erano capici di partecipare anche venti GUINZAGLI ...
Nei canili del sig. Konrad Niemojewski a Oleszno Kieleckie ogni coppia o tris dei levrieri aveva il proprio box allestito con un
divanetto per dormire e un recipiente per mangiare. Durante la caccia osservavano la regola che un levriero non veniva aizzato più
di 2-3 volte durante la giornata. Al ritorno dalla caccia ispezionavano con precisione le zampe dei cani e all' occorrenza medicavano
anche le ferite più piccole, di seguito massaggiavano i cani con l' acqua ed alcool bianco, che eccellentemente accelerava la
rigerenazione dei muscoli . Dopo una giornata pesante i cani avevano 24 ore di riposo.