Ho trovato questo vecchio articolo interessante tradotto da Anna Nowakowska-
I levrieri si sono divulgati in Europa grazie alle migrazioni delle tribù celtiche. I primi segni delle presenze dei levrieriprovengono dal IV sec.a.C. I Celti apprezzavano molto la caccia a cavallo coi levrieri, trattandola come una sport, e i loro ouertragoi (in trascrizione latina- vertagus), provenienti dall'Asia, era l'antenato della maggior parte dei levrieri europei.Durante la loro migrazione i popoli celtici attraversarono pure i Carpazi e, in questa maniera ,vertagus si trovò sul territorio chediventò la Polonia.I levrieri asiatici giunsero sul nostro territorio anche a seguito delle tribù nomadi sciite (il levriero dalle sembianze disaluki è un motivo che capita molto spesso nell'arte sciita).Nelle tanti fonti del XIX sec. e ancor più antiche, troviamo dei consigli come incrociare i levrieri - quali altre razze usare perottenere i mettici - adatti per ogni tipo di caccia. LADOWSKI nel"La storia naturale" (1823) dichiara che i misti dei levriericoi cani danesi sono ottimi per prendere un lupo o la volpe, notava contemporaneamente che, innamorati della caccia, i nobilipolacchi tenevano molti cani di questo tipo.Quindi si può supporre che il levriero polacco originario nel XVIII e XIX sec. fù incrociato con delle razze levriere diverse, ebasandosi sui numerevoli descrizioni si può giungere che anche con dei levrieri di tipo nordico a pelo ruvido - levriero irlandese (Irish wolfhound) oppure deerhoud.In Podole, un divertimento particolarmente apprezzato dalla nobiltà era la caccia nella quale lo scopo era prendere il lupo vivo. Ilevrieri polacchi erano eccellenti in questo. Alla regola venivano usati tre levrieri. Nell'inseguimento del lupo liberavano duelevrieri, il terzo attendeva al guinzaglio affianco al cavallo, lo liberavano solo al momento quando il lupo stremato dalla fuga silasciava accerchiare dai levrieri segugi. Tre levrieri avevano come compito quello di bloccare il lupo, così il cacciatore giuntosul cavallo, poteva bloccarli il muso e le zampe.I cavalli facenti parte in quel tipo di caccia erano addestrati in manieraparticolare, sin dalla giovane età erano abituati alla presenza di un lupo nel cortile.Per la caccia alla lepre usavano di solito due levrieri- in questo modo era più facile catturare l'animale che schivava i canicercando di fuggire. Talvolta capitavano però i levrieri particolarmente abili, capaci di prendere una lepre da soli - questiraggiungevano i prezzi più alti.I levrieri inseguivano solo la preda, la uccidevano, ma alla regola non la riportavano. Questo per un cacciatore provocava unemozione in più. Doveva inseguire i cani cavalcando per levarli il bottino alla fine della caccia . Anche la caccia invernale allavolpe era molto interessante: dopo il riscaldamento i cani venivano fatti salire sulla slitta e coperti con cura per non prenderefreddo. Quando i cacciatori avvistavano la volpe nel campo la accerchiavano con la slitta stringendo sempre di più il cerchio,quando si trovavano abbastanza vicino, lasciavano andare il levriero dalla slitta all'inseguimento.Un fatto curioso poco conosciuto , era l'uso del levriero per la caccia all'otarda.ZOFIA KOSSAK("l'Eredità") descrive così la cacciadel XIX sec.a Podole. La cattura si svolgeva in autunno la mattina molto presto, quando le ali di questi uccelli pesanti eranoancora umide e imbrinate. Le otarde impaurite scappavano dunque "a piedi" e questo era l'unico momento adeguato per i levrieri. Dopola breve corsa, a causa della fuga, le ali di questi uccelli si asciugavano e le otarde potevano prendere il volo.La caratteristica dei Charty Polskie di un tempo - e questo gli è rimasto al giorno d'oggi - era l' obbedienza e la disciplina.Spesso cacciavano con loro come coi cosiddetti charty przystrzemienne ( przystrzemienny -quello che era affiancato al legamento della sella) vuol dire talecane che andava affiancando il cavallo, e inseguiva solo al comando.L'addestrameno del levriero fu una grande arte.Essi dovevano partire all'inseguimento quando veniva dato il comando, e tornare dalcavallerizzo al segnale del corno.I levrieri giovani venivano addestrati affianco a quelli più anziani con più esperienza.I levrieri meno obbedienti venivano condotti al guinzaglio- era un lungo laccio in cuoio con un carpio , alla fine, il quale venivaindossato dal cacciatore a tracolla.Il lungo laccio passava attraverso entrambi i collari dei levrieri,l altra fine del laccioveniva tenuto dal cavallerizzo insieme con le redini. Quando voleva far partire i cani, lanciava per terra l'estremitàdel guinzaglio , e i cani partendo per l' inseguimento si autoliberavano.Nel gergo venatorio una coppia di levrieri veniva chiamata "GUINZAGLIO". Due o tre cani di un GUINZAGLIO convivevano assieme anchenel kennel.Erano sempre scelti con cura sotto l' aspetto caratteriale, le capacità fisiche e proprie simpatie. IL GUINZAGLIO dovevavivere in assoluta armonia, i levrieri dovevano piacersi e comprendersi così potevano collaborare in campo.Di solito per la caccia usavano due levrieri, il terzo rimaneva a casa o - come nella caccia al lupo - era riservato come risorsaper l attacco finale.Evitavano di far convivere i cani di diversi GUINZAGLI se non erano da prima preparate a ciò, perché alla regolo questo non dava deibuoni risultati durante la caccia. Se uno dei levrieri non era disponibile pure il suo compagno non partecipava alla caccia. Comedescrive il conte Ostroròg, ogni GUINZAGLIO aveva il suo aizzante,i quali levrieri tornavano al suo specifico segnale acustico.Nelle cacce più grandi erano capici di partecipare anche venti GUINZAGLI ...Nei canili del sig. Konrad Niemojewski a Oleszno Kieleckie ogni coppia o tris dei levrieri aveva il proprio box allestito con undivanetto per dormire e un recipiente per mangiare. Durante la caccia osservavano la regola che un levriero non veniva aizzato piùdi 2-3 volte durante la giornata. Al ritorno dalla caccia ispezionavano con precisione le zampe dei cani e all' occorrenza medicavanoanche le ferite più piccole, di seguito massaggiavano i cani con l' acqua ed alcool bianco, che eccellentemente accelerava larigerenazione dei muscoli . Dopo una giornata pesante i cani avevano 24 ore di riposo.